La Calabria è la seconda regione in Italia per produzione di castagne ed è invece la terza esportatrice italiana in Europa dopo la Campania e la Toscana ma pochi lo sanno. Diffusa sia nel cosentino che nel catanzarese, dov’è possibile visitare il Museo della Castagna di Cerva, potrebbe rappresentare una risorsa ed avere un ruolo importante nell’economia calabrese. Di questo e di altro hanno trattato gli apprezzati due Relatori della serata voluta dal Rotary Cosenza Nord per mettere in luce quanto di prezioso e non solo gustoso esiste nella regione Calabrese e nel territorio cosentino. Il primo, il Dott. Rocco Arcaro- agronomo-ha trattato dell’importanza paesaggistica e la tutela idrogeologica svolta dal Castagno in Calabria mentre il Dott. Daniele Barletta- Chimico e Tecnico farmaceutico-ne ha indicato le proprietà proteiche e vitaminiche. Questa pianta già conosciuta ed apprezzata dai Greci per le sue potenzialità, portata in Italia dai Romani era conosciuta anticamente come l’Albero del Pane poiché di essa si utilizzava ogni cosa. Ha rappresentato l’alimento principale dei contadini e di molti altri calabresi durante i periodi delle guerre mondiali, quando la farina derivata dalla macinatura del frutto essiccato rappresentava il principale succedaneo della farina di frumento. Pur svolgendo un ruolo importante nell’economia delle popolazioni montane e pur essendo la Calabria una regione prevalentemente montana e collinare, propizia quindi a questa coltura che svolge una rilevante difesa idrogeologica del territorio, non è stata oggetto di strategie ed interventi programmatici regionali per il rilancio del settore. Complice una difesa fitosanitaria non sempre attenta, il comparto avrebbe necessità di una maggiore attenzione nella valorizzazione e trasformazione della produzione con politiche mirate anche all’incentivazione della coltivazione di questa pianta negli estesi castagneti abbandonati, aumentando così la produzione del castagno da frutto, migliora come le I.G.P.